Chi è Edoardo
Mi chiamo Edoardo, torinese trapiantato in Svizzera da ormai molti anni divisi tra Berna, Zurigo e Ginevra. Viaggiatore seriale fin da piccolo, non ho mai digerito i tour organizzati e i climi caldi, in special modo se umidi.
Appena sono stato in grado di organizzare i viaggi per conto mio, ho passato il mio tempo reclutando amici per andare in qualche luogo tendenzialmente al freddo che stuzzicasse la mia passione per la natura, i roadtrip e le terre incontaminate. È proprio in uno di questi tour in Canada che vidi l’aurora boreale per la prima volta e ne rimasi totalmente incantato.
Da allora ho cominciato a studiare questo fantastico fenomeno naturale e a cercare un modo per massimizzare quanto più possibile la probabilità di vedere l’aurora danzare nel cielo, organizzando anche viaggi annuali per mostrare a chiunque lo voglia quando sia bella la vita al di sopra del circolo polare artico.
Volendo condividere con tutti voi quello che ho imparato in questi anni ho recentemente aperto un blog che si chiama “SafariBoreali” con la dichiarata missione di permettere a tutti di vedere l’aurora.
Aspettative e consigli
In questa epoca di quello che chiamo “social media travelling”, dove tante persone scelgono le mete dei loro viaggi in base agli scorci instagrammabili che si possono trovare in un dato luogo, l’aurora ha un ruolo privilegiato: regina incontrastata tra i fenomeni naturali da social media. Partire verso una meta fredda per andare a vederla ha da sempre anche quel sapore di esplorazione che tutti prima o poi vogliono provare per sentirsi un po’ Umberto Nobile per qualche giorno.
Attenzione alle informazioni trovate su internet
A questa esplosione del turismo aurorale ha seguito ovviamente anche l’esplosione dell’informazione su internet così come una moltitudine di account dedicati sui social più fotografici come Instagram, ed è qui che sono cominciati “i problemi”: troppe volte infatti ho chiacchierato con amici che erano appena tornati da un viaggio per vedere l’aurora e che, dopo aver seguito i consigli di questo o quell’altro sito, delusi mi dicevano che tutto quello che avevano visto era stata una fitta coltre di nubi, che l’unica emozione che avevano provato era quella legata a un principio di congelamento e che “l’aurora dal vivo non è come nelle foto che vedi su Instagram”.
Come spesso accade, per arrivare alla verità bisogna scavare nei dettagli di queste frasi per capirle fino in fondo e porre rimedio ove possibile. Vediamo quindi alcuni consigli per massimizzare le probabilità di vedere l’aurora calibrando però le proprie aspettative in maniera corretta. Partiamo da lì!
Consigli per avere delle aspettative realistiche
L’aurora come nelle foto di Instagram:
Il colore delle aurore polari proviene dal tipo di gas con cui interagiscono le particelle cariche del vento solare. Tipicamente interagiscono con l’ossigeno, dando origine al classico “verde aurora”. In caso di tempeste solari, queste particelle arrivano a collidere con l’azoto, creando quei toni di rosso, viola e rosa che vedete in quelle foto spaziali su Instagram. Probabilità di assistere a una tempesta solare? Prendendo e analizzando 8500 giorni di attività aurorale tra il 1997 e il 2019, la probabilità è circa il 5% ovvero 18 giorni su 365. E non dimenticate che questi giorni potrebbero essere d’estate quando il Sole di Mezzanotte cancella ogni oscurità e quindi nessuna aurora sarebbe visibile. Insomma, vedere una tempesta solare è roba rara.

La macchina foto vede meglio dell’occhio umano:
Sempre in tema aurora e fotografia, alcune considerazioni importanti per l’osservazione dell’aurora dal vivo. Al netto di Photoshop, la macchina foto vede lunghezze d’onda che il nostro occhio non vede. Una prova che faccio spesso dal vivo per vedere se ci sono bagliori di aurora è fare una foto anche se il mio occhio non vede nulla nel cielo: non avete idea di quante volte c’è l’aurora nel cielo e noi non la vediamo. Secondariamente, ricordate sempre che le foto dell’aurora sono fatte in lunga esposizione: il nostro occhio non funziona così!
Attività media:
Se le tempeste solari avvengono solo il 5% dei giorni, “quanta” aurora si vede solitamente prendendo un giorno qualunque? Il 60% delle volte l’attività aurorale è compresa tra un Kp Index di 0 e 2 (con il massimo della scala fissato a 9), dove 0 è sostanzialmente 0 attività (quindi 0 aurora) e 2 rappresenta nella scala un’attività “weak and slow” (debole e lenta) ad alte latitudini. Da questo dato si possono quindi capire due cose molto importanti:
- L’attività aurorale è debole più di un giorno su due e
- È fondamentale andare più a nord possibile proprio per riuscire a vedere l’aurora anche nei giorni di minore attività.
Consigli per massimizzare le probabilità di vedere l’aurora
Momento migliore per vedere l’aurora:
Le aurore polari sono il risultato dell’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre. Essendo il vento solare prodotto dell’attività che avviene sulla superficie solare, stiamo parlando di un flusso sostanzialmente continuo la cui intensità e velocità varia in base a quello che succede sulla nostra stella. Quindi, l’aurora “splende” nei nostri cieli 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno. I mesi buoni per vedere l’aurora ovviamente sono quelli bui, quindi considero di solito da ottobre a marzo. Tornando ai miei 8500 giorni analizzati, proprio ottobre e marzo hanno l’attività aurorale media più alta, con valori più alti del 10% rispetto alla media totale dell’intero periodo di 6 mesi. Contando che questi due mesi sono anche quelli con più ore di luce e meno freddi del lotto, direi che sono un’ottima scelta. Sconsiglierei dicembre e gennaio per le ragioni opposte: tanto buio, tanto freddo e anche un’attività aurorale sotto la media.

Il meteo terrestre è chiave:
Non importa quanto abbiate fatto bene il vostro lavoro da meteorologi spaziali, la chiave per vedere l’aurora è scegliere un posto che vi dia le giuste garanzie da un punto di vista del meteo terrestre. Passate tempo su internet, cercate informazioni: quante persone vanno a vedere l’aurora a Reykjavik non sapendo che la capitale islandese si divide con Glasgow lo scettro di città più nuvolosa d’Europa?!
È importante sapere a cosa andate incontro per muovervi nel modo giusto: per esempio, l’Islanda è un’isola bagnata dalla Corrente del Golfo con meteo nuvoloso ma variabile: non ritiratevi quindi se fuori ci sono le nuvole, la situazione potrebbe cambiare in fretta. L’aurora premia gli audaci!
Se usate le app, non dimenticatevi che il Kp Index non è tutto:
I più avventurosi di voi di sicuro conosceranno e useranno almeno una delle tante app per vedere l’aurora che ci sono sui vari stores. Queste app forniscono una miriade di informazioni ma ovviamente si focalizzano spesso sul Kp Index, che misura le fluttuazioni del campo magnetico terrestre provocate dalla collisione del vento solare con lo stesso. Ecco, se vedere una previsione di un Kp Index alto non fate l’errore di fermarvi lì e preparavi subito alla sera di una vita! Infatti, c’è un altro elemento chiave da considerare, ovvero il vettore Bz. Il vettore Bz rappresenta la direzione del campo magnetico del vento solare e, proprio come quando giocavate con le calamite, deve essere opposto a quello terrestre affinché i due campi interagiscano e creino l’aurora. Siccome il campo magnetico terrestre per definizione è positivo (quindi segno +), avrete bisogno di un vettore Bz con segno -. Il vettore Bz è fondamentale nell’economia di osservare l’aurora, capace di “annullare” un’aurora creata da una tempesta solare così come rendere indimenticabile quella che sulla carta era un’aurora di intensità mediocre. Ma non preoccupatevi, quasi tutte le app riportano i dati del Bz, solitamente con un grafico e una linea rossa! Provate a guardare!
Grazie
Ringraziamo Edoardo per il dettagliato e molto utile articolo. Vi invitiamo ad andare sul suo blog per avere molte più informazioni, noi ci siamo fatti un giro e non riuscivamo più a smettere di leggere.
Vi invitiamo anche a farvi un giretto nel nostro di blog nel quale troverete articoli riguardanti Ibiza, Australia, Svizzera e Kyrgyzstan.
Se siete interessati a seguire Edoardo sui social vi lasciamo qualche link nelle icone qua sotto.